«È un mondo difficile E vita intensa Felicità a momenti E futuro incerto»

Nel mezzo del cammin della mia vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. In sella a una motoretta aliena da centocinquanta cavalli lungo un tratturo fuorimano sui colli romagnoli, tra Tavullia e Cattolica, sono finito fuoristrada, nel senso buono. Riscoprendo gesti e sensazioni fuori dal tempo, per me, col cuore in gola ho rivissuto i sogni di ragazzino con la testa tra le nuvole, tenendo bene occhi aperti e mani salde sul manubrio per non andare a sbattere. In piedi sulle pedane, in precario equilibrio tra dossi e fossi, quasi fuori dalla grazia di Dio mi sono ricordato cosa mi faceva battere forte il cuore, tanto tempo fa. Non a caso molti pensavano che fossi fuori come un balcone, all′epoca. La moto è stata fuor di dubbio il mezzo liberatorio e accessibile per inseguire la mia illusione di libertà, correndo sempre più lontano, in Italia e fuori, fuorimano, tipo rotta per andare a casa di Dio. A volte fuori di senno e fuori luogo, quasi fuori tempo massimo. Dalle gite fuoriporta più fuori che strada ai lunghi viaggi, più in strada che fuori quando finalmente ho avuto la prima moto grossa tutta mia. Su quel Roadster, un mille in ghisa di quarta mano, ogni Paese europeo mi sembrava vicino, potevo spingermi fuori dai confini. Tutti pensavano che fosse ormai fuori commercio, ma la vecchia Harley è stata sempre fedele: fuori moda, mai fuori uso. Ho dato del tu alla strada, specchio fedele di quel che sono veramente anche quando il gioco si fa duro e qualcuno strilla: fuori i secondi! Da una vita ormai mi sembra di giocare fuori casa, corro contro il vento e contro il tempo, sputo fuori quel che penso cercando di rispettare il prossimo... Viaggio evitando le buche più dure e ogni tanto, fuor di metafora, mi sembra di non essere troppo fuori strada.