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LOWRIDE 89 Novembre 2015

Il sole sorge più tardi, quando entra finalmente in coppia è ancora caldo ma va in riserva troppo presto. Le giornate si accorciano inesorabilmente. Esco all’alba e i due cilindroni ci mettono un bel po’ a scaldarsi; l’Evo gira scorbutico, tossisce e scoppietta prima di schiarirsi la voce e togliersi la pigrizia di dosso. Spifferi d’aria fredda s’insinuano sotto la mia seconda pelle, quella con le cerniere e la patina di tanti anni sulla strada, fino a ieri portavano refrigerio; ora mettono i brividi. Non so a voi che effetto fa la fine dell’estate, per me rappresenta il ritorno sulla terra e l’atterraggio è brusco. Forse mi porto dietro il trauma del primo giorno di scuola, oppure vuol semplicemente dire che il tempo a disposizione per giocare in moto pian piano diminuisce. Certo, un giorno di sole si vive con maggior intensità in autunno, quando diventa più raro ma è ancora bello girare tra le colline, mentre la vite sta per dare i suoi frutti. Cercando tra i motivi di questa malinconia stagionale me ne viene in mente uno che, dopo tredici anni, non passa. È la scomparsa di un grande che con noi divideva la passione per le moto... E quella per le ragazze in moto. Scriveva anche lui e lo faceva alla propria maniera, senza badare alle regole grammaticali ma con sincera necessità di esprimere slanci, sentimenti, paure e speranze. Sapeva raccontare la solitudine in moto e il piacere di ritrovarsi tra motociclisti; alle sue Harley preferite scriveva lettere d’amore, le usava come metafora dei suoi stati d’animo. Una frase mi girava in testa osservando quest’immagine. L’ho scovata in un libricino tutto nero, elegante e anticonformista come lui; l’ho riletta. Era proprio sua, me la ricordavo. ”Una Harley si avvicina. Ed a guidarla c’è una donna molto bella. La cattiveria di due quintali di bielle e ferro si trasforma in un’infinita tenerezza...” Ha amato la moto e la vita, ci ha fatto a pugni ma ne è uscito da vincente, anche se troppo presto. A 50 anni, la mia età di oggi, poteva ancora fare un sacco di cose, inventare, scoprire nuove avventure o semplicemente godersi i suoi amori, i mezzi incredibili che collezionava e modificava con spirito di eterno adolescente. Per mille motivi alla fine di ottobre mi ritorna in mente una telefonata, l’incredulità, un viaggio in silenzio verso la Toscana, un casco bianco e la quiete di un paesino rotta dal fragore di tanti bicilindrici. Dal 2002 ne è passato di tempo, i ricordi non si cancellano... E le ragazze in Harley mi sembrano sempre più belle. In memoria di C.T.

© LOWRIDE | Novembre 2015