«Fai il lavoro che ami, non lavorerai neanche un giorno della tua vita» *
Attribuita a Confucio, croce e delizia di tanti oramai boomer della mia generazione e di quelle successive, questa frase è stata male interpretata. Una reazione al posto fisso, al cartellino da timbrare, alla sottomissione fantozziana al capufficio o all′alienante catena di montaggio. Oggi, mentre la piena occupazione è un lontanissimo ricordo, la precarietà si taglia col coltello e il traguardo della pensione pare un miraggio, la massima resta in bocca solo a fuffaguru da social a caccia di allocchi e ai nomadi digitali che voglioni rifilarti un corso. Del resto, chi sono io per poter smentire questo ipotetico Confucio, CiccioGamer89 o le manovali di OnlyFans? Sono solo un biker classe 1964 che ci ha creduto, rischiando per le proprie idee, contribuendo a diffondere una cultura vissuta in prima persona. Tutto questo l′ho fatto in moto con la mia gente, pazzi visionari, rudi barbuti e tatuati o fanciulle avventurose col cuore grande così. Nella speranza di dedicarmi alle mie passioni il più possibile sono stato giornalista, editore tuttofare, saltimbanco, fotografo, imbonitore e uomo di fatica. Certo, mi ero illuso di schivare così routine e scocciature; non credevo che avrei sgobbato così duramente, per più di 30 anni, rinunciando a tante belle cose che tutti gli altri considerano normali, tipo ferie, orari "umani" e serena attesa del 27 con relativa busta paga. Troppo tardi per fare marcia indietro; tra l′altro, dal 1985 come harleysta e dal 1994 come tester, l′ho trovata solo su Gold Wing e R 18, non mi ha dato una bella sensazione. Mentre innesto la prima e vado avanti, mi riconosco in questo aforisma autentico del buon vecchio Confucio. «Colui che desidera assicurare il bene di altri si è già assicurato il proprio».
* Confucio, filosofo che visse in Cina tra il VI e V secolo avanti Cristo.