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LOWRIDE 90 Dicembre 2015

Alla faccia dei maligni che mi danno del giornalaio, credendo erroneamente di farmi dispetto, il lavoro di giornalista mi ha dato la fortuna di provare motorette di ogni tipo e marca sulle strade d’Europa, Asia, America e Africa. Ho iniziato a farlo quando gli autovelox erano fantascienza, la benzina era rossa e i semafori ”sempreverdi”, dovevi tirar fuori il passaporto e cambiare moneta a ogni pieno. Nuovi modelli, pre-serie e prototipi. Ultramoderne o d’epoca; stock, accessoriate oppure modificate e persino autocostruite. Improbabili marchingegni fatti in casa o in clubhouse (potremmo parlarne a lungo) e capolavori di tecnologia progettati da plotoni d’ingegneri, gente capacissima di lanciare un razzo su Saturno se c’è il budget. Gioielli di design da galleria d’arte e ciofeche incredibili, arcaiche e avveniristiche, lente ma anche veloci, belle e brutte. Ne ho provate tante, non tutte ma abbastanza da togliermi sfizi e curiosità per farmi un’idea precisa in materia. Dal 1994 le moto sono cambiate, il mondo delle due ruote e quello dell’editoria hanno attraversato autentiche rivoluzioni. Uniche costanti di questa storia sono la mia passione, talvolta condivisa coi colleghi, e la posizione in cui mi sono spesso ritrovato. Fortunato, invitato dalle Case, talvolta stimato e ascoltato o snobbato ma sempre ”diverso”. Condannato al ruolo outsider, ho corso sempre da solo e controvento. Mi sono sentito dire che ”le custom” erano americanate da sballati non abbastanza di moda, poi che erano di moda quindi si vendevano da sole. Per me non sono passate mai di moda. Ho raccontato a manager il progetto di Cafe Racer e credevano avessi aperto un bar. Temendo facessi parte di una biker gang sanguinaria, una Casa organizzò una prova solo per me, quando tutti gli altri giornalisti erano stati messi al sicuro! Ne ho viste di tutti i colori ma mai avrei immaginato di ritrovarmi un giorno a fare un bel po’ di moto in Sardegna con Shinya Kimura, conosciuto 15 anni fa a casa sua, sfidandoci in accelerazione dopo una bella giornata in sella, passando la serata a parlare di chopper e di sogni a motore con autentici geni e artisti, ingegneri e grandi appassionati. Persino le Case sanno che queste storie e le nostre moto hanno tante storie da raccontare. Il futuro era già scritto nel passato, se ne stanno accorgendo in tanti e la cosa mi rende contento. Più siamo e più ci divertiamo.

© LOWRIDE | Dicembre 2015