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LOWRIDE 91 Gennaio 2016

In un mondo che non ci vuole più, sempre più virtuale, omologato e smaterializzato, il nostro canto libero somiglia a quello di uno scarico impudente. È sincero, inconfondibile, concreto come un ritorno di kickstarter negli stinchi. La sua voce si perde nel vento della corsa; vale se lascia un segno nell’anima di chi lo canta e magari in quelle di chi lo sa ascoltare. Il logorio della vita moderna rende il semplice lusso di campare una faccenda sempre più complicata. Perché mai inguaiarsi ulteriormente col gusto di smontare un marchingegno a motore e vedere se ci piace di più rimontato in altro modo, senza contare che di solito avanzano sempre un po’ di viti e altri organi superflui? Innanzi tutto per necessità, per ridare valore concreto e simbolico a un mezzo di trasporto che può rappresentarci, ognuno con la propria passione, tutti con un’idea in mente, la testa tra le nuvole e gli occhi ben aperti. Tener fede ai sogni dell’adolescenza mantiene giovani e aiuta a vivere senza troppi rimpianti. Tradire le promesse che ci si è fatti vuol dire arrendersi, lasciare che si spenga la fiamma. La gioventù finisce quando ci si rassegna alle abitudini, smettendo di pretendere da noi stessi e dagli amici fedeltà, rispetto e iniziativa. Non è questione d’età, conta solo l’attitudine e in questo il kustom è maestro di vita. Troppo facile scambiare la rassegnazione per maturità, la fantasia non è solo valvola di sfogo. Un po’ di pazzia aiuta a rimanere sani di mente e nel caos c’è chi sa vedere armonia, bellezza o semplicemente un’uscita di sicurezza. Tutto questo è soggettivo e mi rimanda a trip fantastici legati alla rivista che vanta innumerevoli tentativi d’imitazione. La Settimana Enigmistica resta la pubblicazione più venduta in Italia. Incredibile vedere come in un riquadro bianco, con un paio di linee tracciate a caso, ognuno riesca a vedere un piccolo mondo, un’opera d’arte potenziale: dalla stessa base mille interpretazioni, ecco il fascino del concorso Questo L’ho Fatto Io. Quante similitudini con le peripezie custom, la magia che rende ogni motocicletta diversa dall’altra col passare del tempo, alternando esperimenti e cura febbrile a scorribande dietro casa, bike show e lunghi viaggi. Senza contare che per molti appassionati questo gioco può trasformarsi in una professione dannatamente seria, anche senza doversi prendere troppo sul serio. Professione di fede, innanzi tutto, nella propria intraprendenza.

© LOWRIDE | Gennaio 2016