La stagione di caccia al divertimento su due ruote può dirsi ufficialmente aperta. Persino ai piedi delle Alpi ci si può muovere senza doversi abbigliare come omini Michelin o esploratori artici, fino al prossimo inverno. Una spruzzata di neve sulle cime più alte può sempre rinfrescare la temperatura a tradimento; a me è successo dibattere i denti lo scorso fine settimana, sul Lago Maggiore, nonostante nel cielo blu splendesse un bel sole brillante. Il peggio comunque pareormai passato. I preparativi per mille run, raduni, feste e scorribande sono ormai nel vivo. Più che mai le realtà associative, il vero tessuto della scena biker, si dimostrano propositive. Il calendario di LowRide occupa quattro pagine fitte fitte e arriva solo a settembre, per ora! Dalle Dolomiti alla Sicilia si moltiplicano scuse per mettersi in sella e tritare chilometri, sapendo di poter trovare lungo la strada e a destinazione bella gente che condivide la medesima passione. Tutti simili per voglia di divertirsi e correre nel vento; ognuno diverso, con la propria storia e un modo unico d’intendere la moto e la vita. Un sano individualismo sta alla base della scelta di customizzare sé stessi e il proprio destriero; aiuta a costruirsi la propria identità in un mondo che appare sempre più piccolo, omologato e massificato. La voglia di condividere esperienze, avventure e disavventure trasforma l’individualismo in spirito di gruppo, fattore capace di annodare lunghe storie capaci di resistere agli anni che passano. Rinsaldare le amicizie nel tempo, rinnovarle senza cancellare il passato e allungare la catena dei contatti umani on the road sono solo alcune delle belle abitudini che caratterizzano lo spirito biker più autentico. Proprio come i vecchi bicilindrici, ogni tanto anche i valori hanno bisogno di attenzioni; prima che si spezzino meglio fare manutenzione, tirare la catena e oliare gli ingranaggi. Basta un po’ di fatica ma la soddisfazione ripaga gli sforzi.