Sembra passato un secolo, è passato in fretta e resta impresso nella mia mente. Intanto guardo avanti; se sulle moto non c’è la retromarcia, nemmeno sulle Harley, un motivo ci sarà. Una ventina d’anni fa m’era venuta in mente l’idea folle, fuori tempo e contromano, di dedicare una rivista alle ”altre” moto custom, quelle coi mezzi manubri che vanno forte pure in curva. La chiamammo Cafe Racer, uscì in Francia e in Italia, creò un genere tutto suo e fu copiata quasi quanto la Settimana Enigmistica. Tutto iniziò come uno speciale V-Max di Freeway; ne rimase un solo articolo ma con Yamaha ci finirono dentro jap vecchie e nuove, Buell e BMW, Ducati, inglesi, storie sul Club 59, belle pupe e preparatori sconosciuti... Pochi erano sintonizzati su queste onde di rock’n’roll, pin-up e pedane che fanno scintille. Ricordo che il dirigente di una Casa mi chiese come mai avessi aperto un caffé... Non capiva. Oggi molti parlano di cafe racer, alcuni a sproposito ma molti fanno sul serio e col cuore. Il tempo non passa mai invano.