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LOWRIDE 108 Giugno 2017

Prima di giudicare un uomo devi camminare nei suoi mocassini. Pare derivi dalla cultura dei Nativi americani il detto che, nel mondo anglosassone, stabilisce anche la distanza minima per capire il punto di vista altrui: un miglio. Il principio è saggio, mi piace applicarlo in un pianeta biker che attira nella sua orbita donne e uomini diversi per età, percorsi e credenze. Ci unisce tutti la voglia di viaggiare nello spazio e con la mente a cavallo di uno dei mezzi più romantici ed eccitanti ma potenzialmente pericolosi. Il bello è che, correndo nel vento, le parole si perdono, volano via le chiacchiere insieme ai cattivi pensieri; appena apri la bocca ingoi moscerini. I cinque sensi sono sollecitati da tutto quanto càpita a bordo, sulla strada e nel mondo circostante. Si accentuano le percezioni, i colori paiono più vivi. Anche per questo credo che solo strada facendo, fianco a fianco, si possa capire meglio la personalità di un motociclista, oltre le apparenze. Serve almeno un pieno; nel serbatoio del chopper di Alessandro ci stanno cinque litri, bastano per farsi un’idea precisa. Un centinaio di chilometri in statali, stradine secondarie con saliscendi e curve nei panorami di una Toscana verdissima, fuori da itinerari turistici e arterie trafficate, si trasforma in esperienza psichedelica. La moto è lunga due metri e ottantacinque; forme ardite, colori iperreali e parti meccaniche levigate da centinaia di ore creano uno spettacolo che lascia a bocca aperta, distraendo dalla guida. Un lavoro titanico che suscita ammirazione; la guida prudente ma agile, più veloce di quanto i comuni mortali possano immaginare, completa la stima nei confronti di questo Leonardo dei nostri tempi... Anch’io sono a cavallo di un rigido, un po’ più corto e segnato dal tempo. L’ammirazione per Alessandro e per la sua moto, ideata e costruita un pezzo dopo l’altro, lascia per un attimo spazio a una presa di coscienza: dal 2004 viaggio su un trabiccolo assurdo e la mia incolumità dipende anche dai freni che ha fatto lui, con le sue mani! Fino a oggi non ho mai dovuto rallentare con le scarpe e di miglia ne ho percorse un bel po’. Forse non sono partito con il piede sbagliato.

© LOWRIDE | Giugno 2017