Strana la vita. C’è chi ti dice che il tempo sia galantuomo, lo impari a tue spese proprio quando non è più una risorsa infinita. Tutto è relativo, il tempo lo è più di ogni altra cosa. Quando sei piccolo e guardi fuori dalla finestra della classe, aspettando di compiere 14 anni per non guidare più di nascosto il motorino oppure per partire per la prima vacanza tra amici, pare che il tempo non passi mai. Poi la giostra inizia a girare sempre più in fretta, cambi una dopo l’altra moto che vanno sempre più forte e nei viaggi le distanze si allungano, i guai si ingarbugliano, gli amici vanno e vengono e la vita scorre in fretta. Gli anni volano ma a un certo punto gli orizzonti non sembrano più infiniti. Tutto fila veloce fino a quando, da un giorno all’altro, ti ritrovi ad avere quaranta o cinquant’anni, e la tua infanzia, o quel che ne resta, ci sta tutta in una piccola scatola, magari arrugginita. Sicuramente c’è in qualche angolo del garage, tra vecchi vinili e una tuta di pelle in cui non entri più; te la ricordi, non sai più dove l’hai messa. L’angoscia del tempo che passa ti spinge a parlare del tempo che fa; ti sorprendi a ripetere gesti e frasi di chi è venuto prima di te, di un padre o un nonno che una volta parevano antichissimi. La vita appare un’interminabile serie di turni di prova in attesa di una gara che, prima o poi, devi correre tutta d’un fiato. mentre Conta solo viverla fino in fondo, importante è partecipare, non sprecarne nemmeno un istante, perché un giorni ti accorgi di avere rimpianto solo per le cose che non hai fatto.