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LOWRIDE 111 Settembre 2017

La strada è maestra di vita e io, senza falsa modestia, non sono mica nato ”imparato”. Penso sinceramente di averne ancora tante, di cose da imparare. Spero di dover percorrere un sacco di miglia, almeno due o tre giri completi di contachilometri. Dopo un’abbondante trentina di anni trascorsi in moto, a dire il vero quasi quaranta, comincio a capirci qualcosa eppure mi sento ripetente, altro che il primo della classe. Ogni volta è una nuova partenza, non sono mai riuscito a far diventare una dannata abitudine il rituale che si ripete sempre diverso alla vigilia di un run, breve o lungo fa lo stesso. Ciascun percorso inizia da un primo passo; il mio di solito lo visualizzo nella mente mentre lego sacco a pelo e bagagli, dò un’occhiata al livello dell’olio motore, metto casco e guanti per poi innestare la prima e lasciarmi dietro le spalle la vita di ogni giorno. Di tanto in tanto è necessario. Non vi capita mai di svegliarvi da un incubo a occhi aperti, realizzando di colpo che vi siete lasciati invischiare nella vita da abitudini che vi sembra di non avere mai scelto? A me sì, di solito quando gli impegni e la routine prendono il sopravvento sulla volontà di vivere fino in fondo in una maniera spontanea, più semplice. Un lampo di lucidità che squarcia il crepuscolo; la sensazione è simile a una doccia fredda, come quando ti ripigli mentre viaggi in una specie di dormiveglia e, di colpo, ti chiedi come hai fatto ad arrivare lì ma non trovi risposta. La moto sembra fatta apposta per evadere dalla banalità, per vivere con entusiasmo senza lasciarsi imprigionare. Il bello è che nel vento devi essere sempre cosciente; tutto accade qui e ora, devi anticipare i capricci del meteo e le mosse degli altri. C’è poco spazio per i dubbi, le incertezze si pagano care; in sella usi i tuoi sensi al massimo, con un grado di attenzione che nella vita di tutti i giorni spesso dimentichi. Puoi tenere sott’occhio tutti gli strumenti di una Touring superaccessoriata ma in realtà contano solo fiuto, vista, equilibrio e sensibilità del fondoschiena per capire dove e come stai andando, quando pioverà, se è meglio prendere una stradina tutta curve che risale la collina invece di rimanere imbottigliati nel traffico… La strada è maestra di vita e la moto è il libro di testo ideale per studiarla. Amo tutte le moto, ne apprezzo le particolarità, mi appassiono alle loro storie, a donne e uomini che dedicano alla moto passione e lavoro. Per affrontare la mia vita e la mia strada ho scelto un bicilindrico all’antica perché il suo battito è così simile a quello di un cuore umano, perché richiede attenzioni ma restituisce tantissimo, può durare una vita e si ricostruisce all’infinito, perché si è evoluto mantenendo un briciolo di autentico spirito pionieristico che fa pensare con affetto ai motociclisti di un secolo fa… Tutto è cambiato, nel frattempo, tranne una cosa: né allora né oggi c’è mai stato bisogno di retromarcia. Bisogna sempre andare avanti.

© LOWRIDE | Settembre 2017