«Può implorare, può discutere, può argomentare con la sua logica E menzionare tutte le cose che perderò. E che non hanno vero valore. Alla fine capirà. Io non sono nato per obbedire»

Non è un cliché: l′arte nasce dalla sofferenza. Leggendo libri e riviste dell′epoca, studiando documentari e interviste, emerge un episodio determinante per il film Easy Rider. Studente e attivista nel movimento per i diritti civili, nel 1964 Clifford A. Vaughs viaggiava in Arkansas. Un chopper con un nero e una passeggera bianca non passava inosservato. «Abbiamo incrociato un pick-up, si è fermato e ha fatto inversione a U. Qualcuno ci ha sparato alle spalle, mancandoci... Non ci hanno inseguito, siamo sopravvissuti e per questo abbiamo potuto raccontare la storia...» Molti suoi racconti hanno influenzato la sceneggiatura, titolo incluso. Captain America, che costruì per poche centinaia di dollari, è stata venduta per un milione e mezzo. Cliff non ha mai visto il film, eppure parla di lui.