«Quando vidi per la prima volta una motocicletta, ricevetti un messaggio da lei. Fu come una scossa, come quando scoppiamo in lacrime ascoltando una canzone o restiamo rapiti di fronte a un dipinto».

Ma quanto sono belle e libere le donne in moto? L′esperienza che Martina racconta in questo numero mi fa ripensare a uno dei libri più illuminanti per chi viaggia, ha sete di libertà e vuole guardarsi dentro. Racconta in prima persona l′impresa leggendaria di Theresa Wallach e Florence Blenkiron. Studentessa di ingegneria e femminista, all′età 18 anni Theresa aveva smontato e rimontato il suo primo motore. Come pilotessa aveva vinto la Women′s Road Race sul circuito di Brooklands. Florence era stata la prima donna a superare le 100 miglia orarie in moto, oltre 160 km/h. Poco più che ventenni, partirono da Londra su una Panther Redwing Model 100 verso il Sud Africa. Un′impresa considerata troppo rischiosa e faticosa persino per gli uomini. Attraversarono Europa, Algeria, Nigeria, Ciad, Ubangi Shari, Congo, Zaire, Uganda, Kenya, Tanganica e Rhodesia, nazioni che oggi non esistono più. Durante sette mesi le due inglesi si avventurarono nel Continente Nero affrontando temperature estreme, siccità e stagione delle piogge, incontri con bestie feroci, guerre tribali, guasti meccanici e seri problemi sanitari, per non parlare della difficoltà di reperire carburante e acqua potabile. La monocilindrica da 600 cc era dotata di sidecar e rimorchio per trasportare ricambi, attrezzi, taniche, materiale fotografico e da campeggio. Quando arrivarono a Città del Capo, dove vivevano parenti della Blenkiron, il totalizzatore segnava l′equivalente di 21.000 chilometri. Era il 29 luglio del 1935. Florence affrontò da sola il ritorno nel Regno Unito in moto. Theresa completò il manoscritto durante il rientro via mare. La memorabile avventura, raccontata con dovizia di aneddoti, include riflessioni profonde che possono stimolare anche le donne che non osano così tanto. L′avventura, per chi lo vuole, inizia alla prima curva.