«Idaho è la storia di un ragazzo ricco, la cui vita va a rotoli, e di un ragazzo di strada.»
Si presenta senza falsa modestia, crede che io non lo conosca. Tende la mano con uno sguardo un po′ perso, sincero. «Hey, I’m Keanu, pleased to meet you». Nel circo scintillante del salone motociclistico più gigantesco al mondo si sente l′ultimo arrivato. Una situazione assurda se non fosse che Reeves ha sempre l′aria di essere indifferente alla propria celebrità. Sul set è protagonista di film d′azione, pur sapendo recitare qualsiasi parte. Quando si spengono i riflettori e lascia i panni di Neo, eroe che in Matrix vuole liberare l′umanità dal predominio dei computer, Keanu si veste svogliatamente, non mette mai niente che possa attirare attenzione. Molti sono meravigliati, poi quasi delusi d′incontrarlo a Milano con barba lunga, giacchetta, jeans e un cappellino da trucker che avrebbe bisogno di un cambio d′olio. Non è la solita superstar con codazzo di guardie del corpo, parrucchiere e life coach. Gli tocca affrontare corvé promozionali per presentare film e le relative interviste, ma tira fuori frasi fuori contesto, per esempio sulla morte. «Non so cosa succeda, dopo; so solo che mancheremo a quelli che ci amano». Fanno sorridere gli innumerevoli meme in cui appare inconsolabile. Poi scopri che il suo primo grande amore ha partorito un bimbo nato morto, per poi perire in un incidente d′auto due anni dopo. Certo, non parliamo di questo e nemmeno dei suoi frequenti viaggi a Roma, per lavoro e più spesso per visitare la sorella, gravemente malata, che ha scelto di vivere qui. Un accenno al film culto in cui cavalcava una Norton Commando lo stupisce, poi si commuove e i suoi occhi vagano lontano, in una dimensione solo sua. Forse pensa all′amico River Phoenix, premiato per il ruolo di co-protagonista in Belli e Dannati alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Il fratello di Joaquin Phoenix, star nel 2019 di Joker, morì tragicamente lasciando un buco nella vita reale di Keanu. Per superare il momento di blues si parla dei concerti con la band Dogstar, in cui suonava il basso, e di motociclette. Con grande umiltà sa di dover imparare tutto, si dice fortunato ad avere grandi esperti al suo fianco. Non si prefigge grandi traguardi, vuole solo aiutare l′amico Gard a esprimere il suo potenziale lasciando un piccolo segno: la moto resterà anche quando lui volerà via.