«Non voglio conquistare il mondo. Non voglio salvarlo. Vorrei solo vederci chiaro, dal mio punto di vista. E questo sarà tutto. Chiaro».
Questa mattina stavo scrivendo la pagina che leggete; per voi la prima, per me sempre l′ultima. Una lettera aperta che per 26 anni ho "imbucato" ogni mese. Le prime erano messaggi in bottiglia, speravo che qualcuno li leggesse. Mi sono reso conto che eravate tantissimi, ho avvertito la responsabilità. Le incertezze sono aumentate, le difficoltà hanno trovato sempre la stessa risposta: meglio essere sincero anche se sono qui per informare e intrattenere, non per raccontare i casi miei. Ricordo editoriali imbastiti nel cuore della notte, fuori tempo massimo, partendo per un funerale o ancora mezzo sbronzo dopo una festa. Ne ho scritti con la morte nel cuore e al culmine della gioia, di ritorno da viaggi epici, con un braccio ingessato, senza una lira, con il chopper lustro e già carico o in una casa svaligiata. Oggi lo faccio con riconoscenza per voi, per la vita. Stavo perdendo ciò che davo per scontato; lavoro, amici, camminare all′aria aperta, andare liberamente in moto. Respirare, per esempio, è fantastico... Me la sono cavata d′istinto, come quando la gomma davanti se ne va per la tangente, col cuore in gola do un colpo di sterzo e mi trovo fuori dalla curva, salvo, senza sapere come. Nelle settimane di solitudine ho avuto modo di ragionare. Sono tornati a galla ricordi lontani; distinguo chi conta veramente da chi è solo chiacchiere e distintivo. Dopo la pioggia, prima o poi, torna il sereno. È meraviglioso stare al mondo, anche chi scatena tempeste preferisce il sole. Quando c′è la salute mi sembrava troppo old school, roba da nonni, ma non è ovvio. Nemmeno nonni e padri lo sono più, di questi tempi. Sento intorno a me disperazione e paura; vedo più responsabilità e lucidità. Ultimamente persino sfascisti e luogocomunisti hanno perso le parole, e non solo quelle. Era ora. Covid, governo ladro: è ora di finirla, chi ha riconquistato il fiato non lo spreca in lamentele. Bisogna rimboccarsi le maniche, chi è fortunato e ce le ha ancora può aiutare sé stesso, magari chi gli sta vicino. Decenza e pudore tornano di moda... ′Stamattina stavo scrivendo ed è scattato un allarme, sono uscito e l′ho visto in faccia. Un veterano della strada, stava meglio prima, con avanzi dei ristoranti e cartoni a volontà. Prima che 7.000 nuovi poveri gli facessero concorrenza in una Milano spettrale. Provava ad aprire il furgone di LowRide, in cerca di spicci o riparo. Non è stato facile tranquillizzarlo, alla fine maglietta e jeans puliti li ha accettati. S′è preso pure le Adidas fuori moda, niente male se le tue se le sono fregate. Poi sono rientrato a finire l′editoriale, senza ripensare a chi abita a 200 metri da me e non si è fatto sentire mai quando ne avevo più bisogno. La lontananza, sai, è come il vento. Fa dimenticare chi è solo polvere, porta l′amore di chi ti pensa. Perdono e non dimentico, ringrazio chi mi ha dato la forza.