«Non venire dietro di me, forse non so guidarti. Non andare avanti, forse non voglio seguirti. Stai al mio fianco per camminare insieme»
Senso di appartenenza, spirito di condivisione, amore per i propri fratelli, costruzione di un′unità destinata a evolversi nel tempo... Mille motivazioni possono spingere a far parte di un gruppo che vive la moto, la strada e la famiglia senza compromessi, lasciando ad altri apparenze e atteggiamenti che, in fondo, nascondono un vuoto di valori. Le emozioni scaturiscono spontanee, intense e profonde durante un lungo periplo che appare ancor più liberatorio ed esaltante oggi, dopo mesi di solitudine. Questa faccenda terribilmente seria si può vivere col sorriso, riscoprendo il piacere e la responsabilità di stare insieme. Lasciandosi trasportare dalle situazioni, un chilometro dopo l′altro, ci si può ritrovare molto lontani, più distanti dal punto di partenza rispetto a quanto indica il totalizzatore. Un viaggio che si misura in giorni e notti, attraverso regioni, culture, modi di vivere e di pensare molto diversi tra loro, proprio come le lingue e i paesaggi. Partire in moto e andare lontano può essere il modo infallibile per staccare la spina. In questo caso ha funzione opposta, permette di riavvicinarsi a una dimensione in cui frenesia e iperconnessione virtuale costante tornano in secondo piano, paiono superflue rispetto al calore umano, alle parole semplici e dirette che esprimono affetto, stabiliscono ponti tra i cuori e le menti. Un viaggio così non si dimentica, va meritato e assaporato in armonia, correndo a cento all′ora, seguendo ritmo e respiro di un gruppo affiatato, con l′ebrezza di accorciare le distanze e specchiarsi negli occhi l′un l′altro.