«Sono sempre i migliori che se ne vanno...»
Quante volte abbiamo sentito questa frase. Mi ricorda i primi funerali dell′infanzia, tra anziani ben lieti di essere tra i peggiori, ancora vivi, e giovani "immortali" che non si rendono conto di quanto sia fragile e breve l′esistenza, un battito di ciglia, un soffio. Niente paura, non stiamo per celebrare l′ennesimo funerale di un anno bisestile che, si spera, non tornerà più. Dedico un epitaffio a una motoretta così famigliare e storica da aver segnato la carriera motociclistica per milioni di biker e intere generazioni. Dal 1957 Sportster è stata la prima Harley per tutti, la più desiderata, bella e possibile, quella che resta nel cuore e non ti scordi più. L′unica di cui ognuno di noi, e non solo i motociclisti, ha almeno un ricordo, un aneddoto da raccontare con gli occhi che brillano. Scompare dai listini, entra nel pantheon dei veicoli immortali capaci di influenzare destini e accompagnare la propria epoca. Pochissimi ne fanno parte: Vespa, 500, Mini, Maggiolino, 2CV e pochi altri. Come dicevano gli Area, gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano... della loro idea. Amico Sportster, non scomparirai mai dai nostri cuori, officine e strade di questo dannato Mondo non si libereranno facilmente del ritmo sincopato dei quattro alberi a camme, del suo rombo inconfondibile. Finché si potrà circolare coi motori a scoppio sarai sempre complice di perditempo e sognatori, di ribelli con sete di libertà ed evasione... E poi i vecchi miti, a volte, ritornano.