«Sturgis. È più di una macchina»
Per i biker della mia generazione, nati negli Anni 60, non c′è mai stato dubbio. Più di qualsiasi altro, FXB rappresenta lo spirito Harley-Davidson nella sua sfumatura più nera, intrigante e rock′n′roll. L′unico capace di rivaleggiare per classe e credibilità di strada con i migliori chopper. In un filmato dell′epoca e nelle sue memorie, raccolte nel volume 100 Years of Harley-Davidson, Willie G. conferma che le migliori idee si colgono strada facendo. «Nel 1978 un gruppetto di noi partì da Milwaukee per Sturgis. Ero in sella a un Low Rider customizzato con trasmissione a cinghia primaria e secondaria, il nostro primo prototipo. In quel viaggio vidi un sacco di moto personalizzate con l’essenza del selvaggio West. Ciò che ti aspetteresti dalla Harley di un cowboy. Coperte di cuoio, nero su nero; uno spirito diverso dalle cromature scintillanti di Daytona. Tornando a casa riflettevo su queste moto splendide; bevendo qualche birra coi miei compagni durante le soste, dissi che serviva una moto speciale per presentare la trasmissione a doppia cinghia. Un modello capace di enfatizzare parte di quel carattere che trovammo a Sturgis. Durante una sosta nel Minnesota su un sacchetto di carta marrone mi sono messo a scrivere appunti, ho fatto schizzi di alcuni particolari. L’ho conservato… Il modello che vedete è il risultato di quel viaggio, dei momenti divertenti passati insieme a bravi ragazzi». Non ci è dato sapere cosa pensi Willie G., classe 1933, di chi considera sempre quella locomotiva tutta nera l’Harley-Davidson per eccellenza. Gente come Luca, che quarant’anni dopo si permette di interpretare lo spirito di Sturgis e dello Sturgis in maniera rispettosa, ma drastica: niente ammortizzatori né cinghia finale. Conoscendo la passione di Willie G. per i chopper visti in California durante gli studi di design, alla fine degli Anni 50, probabilmente non si offenderà per questo squisito falso storico. Rispetta il suo stile ed è coerente con una cultura più viva che mai.