Un sottile filo rosso attraversa tutte le storie di questo numero di LowRide, sudato e sofferto ma entusiasmante come pochi.
Serpeggia in ogni pagina lo spirito del chopper, che per molti di noi è ancora un simbolo di libertà, un'icona di individualismo su due ruote. Può rappresentare una bandiera della lotta al conformismo, la tela sulla quale disegnare il proprio futuro o una strada meno battuta. Eppure, sotto occhi più "freddi", appare un ammasso di viti e pistoni pericoloso, improbabile. C'è chi sacrifica tutto per viverlo fino in fondo, chi cerca di costruirci sopra un'attività produttiva e chi ne porta la scintilla ribelle nelle grandi case quotate in borsa. Alcuni ne venerano la storia e i misteri, vorrebbero non cambiasse mai; altri ci vedono già il futuro...
Ciò che accomuna mille visioni uniche di tutto questo è il senso di meraviglia, l'estro un po' infantile e sognante di chi sa vedere un grande potenziale artistico in un rottame; tutto l'entusiasmo di chi riconosce un'anima a quello che è molto più di un semplice mezzo di trasporto. Magari lo fa sottovoce, però gli parla...