Non ho mai pensato che le Harley fossero superiori a tutte le altre. Hanno forte personalità; sono inconfondibili a partire da quel ritmo sincopato, così simile al battito cardiaco, che cresce e s'ingrossa sino a risuonare come un tuono in movimento. Nella loro precisa semplicità, nel tiro camionesco dei pistoni immensi e nella fedeltà alla tradizione hanno trovato punti di forza.
Vent'anni fa tutto questo era disprezzato dalla maggioranza dei motociclisti in Italia; oggi le Harley sono apprezzate per gli stessi motivi, mentre declina la dittatura delle prestazioni. Chi non le ha scelte per snobismo, non le considera status symbol ed è affascinato dalla loro "anima", può essere contento: è un piacere egoistico ma più siamo e più ci divertiamo. Non sono le moto più costose o sofisticate, nemmeno le più esclusive... Sono solo quelle che preferisco, questo m'è bastato per renderle importanti nella mia storia, fino a diventare ossessione a tempo pieno. Invecchiano bene. Prima o poi diventano tutte diverse tra loro, uniche come ognuno di noi, diversi ma insieme...
Ciò che ci rende differenti dagli altri motociclisti è forse la voglia di restare un po' bambini, di fare banda, di smontare il giocattolo e rimontarlo in altro modo. Quella di sentirsi unici è forse un'illusione ma assaporiamo e condividiamo tutto questo con amici fraterni e con perfetti sconosciuti, in tutto il mondo, a cavallo dei decenni e delle frontiere, senza pregare lo stesso Dio e nemmeno parlare la medesima lingua.
Il ritmo del cuore a V è universale, proprio come la nostra maledetta passione...