Il freddo non è una scoperta recente. La neve resta l′effetto speciale più sorprendente a disposizione del Generale Inverno. Cade tutt′ora quando meno se lo aspettano i sindaci, che però corrono a farsi fotografare pala in mano; spiazza camionisti e automobilisti, nonostante le previsioni del tempo siano accurate. Rende interessante l′esperienza di equilibrio dinamico sulle due ruote. Chi di noi adolescenti non s′é lanciato in derapage efferati in sella al motorino... Scagli la prima palla di neve!
Sin da tempi relativamente più antichi, un centinaio di anni fa, i motociclisti si sono misurati con le gioie e i dolori determinati da condizioni climatiche avverse, sfidando il freddo per necessità o per il semplice gusto di farlo. Basti pensare alla tradizione ancestrale di mettere sotto il maglione qualche numero della Gazzetta, mutuata dai cugini ciclisti, o all′ingegnosa trovata di sgonfiare i pneumatici e far passare spire di corda tra i raggi, avvolgendo il battistrada, per migliorare il grip. Da sempre c′è la necessità di capi caldi, antivento e impermeabili, recuperati inizialmente dal guardaroba di militari e aviatori... La Motor Company recepì le necessità dei biker giù nel 1912, esattamente un secolo or sono, presentando capi di abbigliamento specifici nel suo primo catalogo di accessori. Logico, a Milwaukee in inverno fa freschino: la minima record è di 32 gradi sotto zero! Forse per questo Bill Harley e Walter Davidson, che in questa foto del 1913 appaiono divertiti, apprezzavano il custom ante litteram, uno yeti antenato dei bobber ribattezzato "motor bob": una rudimentale slitta a motore ottenuta dotando una bicilindrica Harley-Davidson di pattini e altre diavolerie!
Del resto andare in moto d′inverno in Italia oggi pare una follia, col freddo che fa. Figuriamoci un secolo prima, magari sulla superficie ghiacciata del Lago Michigan o del fiume Milwaukee che dà il nome alla città del Wisconsin... Ne parlavamo al megaparty on the rocks di LowRide e DicE magazine con mr. James, in Italia per il Motor Bike Expo. Un paio d′anni fa aveva fatto la bella pensata di esplorare zone artiche in moto, a temperature tra -20 e -50 gradi, rischiando di schiattare assiderato o di lasciarci almeno qualche dito: il minimo sindacale in un episodio della serie "Jesse James is a Dead Man".
Il freddo può essere una brutta bestia e su due ruote lo è di sicuro, la prudenza non è mai troppa. Così nella brutta stagione c′è chi fa attività di volontariato per i meno fortunati. Moltissimi biker incontrano i propri simili e sublimano la voglia di moto con qualche breve run e nei bike show indoor, che celebrano tanto lavoro custom nel garagino sotto casa come negli atelier professionali. Questo numero è dedicato a piccoli e grandi eventi invernali, ai tanti modi di vivere la nostra passione comune per chopper e affini. è un ringraziamento a tutti quelli, e siete tantissimi, che hanno partecipato alla festa e al bike show di LowRide... L′inverno è lungo ma voi ci avete riscaldato il cuore! Speriamo che la rivista sia di vostro gradimento; leggetela, collezionatela e fatene buon uso. Se serve potete anche infilarla sotto al giubbotto, vi coprirà il pancino. Sembriamo adulti e responsabili ma, in fondo, la voglia di sgommare sulla neve come ragazzini ce l′abbiamo ancora...