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LOWRIDE 51 settembre 2012

Il sole spacca le pietre, si sbriciola come liquirizia l’asfalto sotto il cavalletto. Milano sembra deserta mentre infilo borraccia, cartine e un sacco a pelo nelle borse del Super Glide. Metto in moto e via, verso la Toscana. L’autostrada è un male necessario prima di godersi provinciali tutte curve che risalgono verso i boschi e il passo dell’Abetone... Vedo una bella moto ferma nella piazzola d’emergenza e tiro i freni, aiutare un motociclista è un dovere. Spettacolare questa special, già ammirata sulle pagine della nostra rivista; peccato che per la terza volta abbia lasciato a piedi il suo fiero proprietario. Colpa di un guasto lieve ma non riparabile con gli attrezzi a disposizione; meno male che dall’officina è già partito un furgone. Spiace per la panne ma questo è il vero spirito di servizio, penso, mentre saluto il malcapitato e ingrano la prima. Nella mia testa rimugino sulla responsabilità di chi si guadagna il pane lavorando sulle nostre moto, magari restaurando ferrivecchi o costruendo special: non è una scienza esatta, prudenza e attenzione non sono mai troppe. Ripenso ai tempi andati, quando le officine Harley si contavano sulle dita di una mano, tutte le possibilità e i servizi di oggi manco ce li sognavamo. Per noi clienti è giusto chiedere il massimo; altrettanto giusto il rispetto per chi fa questo mestiere, spesso alla passione sacrifica molto più delle otto ore quotidiane... Strada facendo incontro un altro biker in sella a una special premiata e pubblicata da LowRide: contentissimo della moto, ci viaggia appena può. Non è avaro di elogi per il customizer che l’ha costruita e capisce le difficoltà affrontate, i problemi risolti, le ore di mano d’opera non calcolate...Bene, eppure sono partito proprio per dimenticare il lavoro; è una vacanza la mia, anche se dura solo due giorni. Saluto e riparto a manetta. Sto andando a una festa vecchia maniera, una di quelle in cui il gusto di stare insieme, la voglia di ridere e ballare contano più di interessi commerciali... Proprio quelle feste che pare non esistano più, invece si sono solo nascoste. Le organizzano gruppi di amici, nei paesini, senza troppe ambizioni tranne quella di divertirsi in buona compagnia. Tears Valley è un festival, il più grande dei piccoli festival rock; tutte le migliori band della Val di Nievole suonano in cima alla Rocca Nuova. Amplificatori e tavoli in prestito, le rockstar locali montano il palco insieme ai biker e agli amici della zona. Ingresso a offerta, tanti ragazzi infilano monete e qualche ”carta”nel buco di una scatola da scarpe. Le moto e il palco sono protetti da mura fortificate nel 1302, con tanto di feritoie che fanno pensare alle guerre tra comuni e all’olio bollente versato sui nemici! Oggi però amicizia è la bandiera comune. Hipster, ciopperisti e belle pupe che non sfigurerebbero certo al Born Free si raccontano le proprie storie in mezzo agli ulivi; sopra e sotto il palco c’è gente che si diverte da matti. Ragazzi di provincia a cui nessuno regala niente e devono darsi da fare; forse per questo sanno vivere le loro storie intensamente e cercano di muoversi nella loro realtà, con la testa tra le nuvole e piedi ben piantati a terra... Sole, strada, rispetto, musica, amicizia, fiesta: per me l’estate è questa.

© LOWRIDE | settembre 2012