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CHOP AND ROLL 4 ottobre - novembre 2012

Sapore di sale: per me, come per tutti gli italiani nati nel secolo scorso, epoca fatata in cui la benzina era rossa e un litro costava poche centinaia di lire, è impossibile trattenersi dal mormorare il verso successivo, sapore di mare. La musica leggera è sempre stata una chiave di lettura del nostro pittoresco, scombinato Paese; ne dà un’immagine chiara e suggestiva più di tanti trattati sociologici e delle trasmissioni televisive in cui sgambettano improbabili pin-up siliconate, pseudo intellettuali e politici già con la palla di piombo al piede, tra un plastico di Cogne e scenografie di cartapesta. La canzonetta con cui Gino Paoli partecipò nel 1963 al Cantagiro, manifestazione canora a tappe che portava le star dell’epoca tra ali di folla urlante su e giù per lo Stivale, fotografava un periodo di boom economico, ottimismo, indipendenza e sogni a portata di mano. Molti di questi sogni avevano due o quattro ruote ed erano accessibili per la classe media. Non a caso i big del Cantagiro viaggiavano su fiammanti cabriolet, berline e coupé nazionali; repliche in scala delle americane che, con ingegno, le Case costruivano grazie a disegnatori, tecnici e maestranze italiane... Sembra passato un secolo: le auto ”italiane” vengono prodotte altrove, vacanze al mare e fuoriserie sono un miraggio ed è finito il Cantagiro, forse per colpa dell’antidoping. L’utopia di possedere una macchina a testa s’è trasformata in incubo, per costi di carburante e autostrade tra i più elevati al mondo. A volte i sogni si avverano ma non esattamente come li sognavamo. Forse nemmeno Gino Paoli, quando formò nei primi anni 50 I Diavoli del Rock col povero Luigi Tenco, sperava di passare alla storia con Sapore di Sale... La morale della favola? Basta fare come noi e come Gino, assaporare il sale della propria vita, cavalcare l’onda delle passioni anche col rischio di lasciarsi trasportare lontano. Così noi siamo finiti a Chimay, Yokohama, Rivanazzano e dove ci porta il custom. Il nostro Marco Frino s’è ritrovato a Bonneville! Poteva accontentarsi della pensioncina a Spotorno, ma il sale dello Utah ha un sapore tutto suo.

© LOWRIDE | ottobre - novembre 2012