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LOWRIDE 53 NOVEMBRE 2012

Cosa unisce la saga Harley-Davidson e le peripezie di Lock Baker? Nulla, in apparenza, dato che la Motor Company festeggia 110 anni di successi e ha un fatturato da capogiro. Lui è un saldatore trentenne, felice di costruirsi una moto a partire dal motore nella sua officina del Connecticut. Eppure i Padri Fondatori della Casa potrebbero condividere con lui tanti aneddoti, peripezie e speranze. Lock ha idee e intraprendenza su cui si basa il vero sogno americano: vivere liberi e onestamente del proprio lavoro. Le sue parole suonano fresche ma quasi paradossali in un mondo stravolto dai guadagni facili dell’economia virtuale e dallo sfruttamento, l’altra faccia della globalizzazione. ”Sono nel chopper business da nove anni, non un’eternità ma abbastanza per farmi un’opinione su ciò che vedo. Quest’attività si basa sull’amore per la motocicletta e sull’amore per la libertà, non si fa per diventare ricchi ed è difficile raggiungere un tenore di vita decente. L’importante è capire se questa è la tua arte; ciò che fai sarà in giro per il mondo a rappresentarti per anni, indipendentemente da quanti soldi hai guadagnato. Questo lavoro si fa per vivere in maniera onesta, intendo dire costruendo oggetti con le proprie mani e poi cercando di venderli...“ Nel 1903 il ventunenne William S. Harley e il ventenne Arthur Davidson facevano scelte di vita analoghe e incarnavano i medesimi valori. Alle loro spalle non avevano finanziatori e nemmeno un gruppo industriale; si considerarono fortunati perché la famiglia Davidson concesse loro un capanno in fondo al giardino, purché non dessero fuoco alla casa: fu sventato per miracolo un principio d’incendio che divampò in cucina, primo laboratorio in assoluto per loro. Completarono quella moto e riuscirono a venderla a Henry Meyer, vecchio compagno di scuola; reinvestirono il ricavato, impararono i trucchi del mestiere e resero il monocilindrico affidabile. Pensavano di fare i motoristi, per cui ai cognomi aggiunsero Motor Company. Presto decisero di costruire moto chiavi in mano, costruirono un piccolo capannone e nel 1906 avevano già sei dipendenti. Solo nel 1907 altri due fratelli Davidson si licenziarono dalle ferrovie di Milwaukee per lavorare insieme a loro. Un anno dopo Walter Davidson vinse con questa motocicletta il settimo Endurance and Reliability Contest, indetto annualmente dalla Federation of American Motorcyclists, ottenendo il massimo del punteggio. Tre giorni dopo stabilì un nuovo record in fatto di consumi, percorrendo l’equivalente di 84,7 chilometri con un litro. Due imprese che consolidarono la fama di robustezza delle Harley-Davidson, indispensabile per ritagliarsi uno spazio nel mercato, tra decine di Case concorrenti... Ogni lungo viaggio comincia col primo passo, col primo colpo di kick. L’importante è crederci sempre, lavorare sodo e, specie se si lavora in cucina, non lasciarsi bruciare le penne dal primo ritorno di fiamma!

© LOWRIDE | NOVEMBRE 2012