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LOWRIDE 59 maggio 2013

Come passa il tempo, corre in fretta e non aspetta nessuno. Ogni tanto mi fermo a osservare il passato nello specchietto, prima che i ricordi svaniscano. Mentre mi preparo a un’ennesima primavera in moto ripenso agli stessi rituali ripetuti cento volte. Mi tornano in mente situazioni, modi di dire, facce ed episodi di dieci, venti o trent’anni fa. Mettere un po’ di ordine nel box può trasformarsi in un vero viaggio nel tempo, un’odissea nello spazio Harley. Saltano fuori vecchie fotografie ingialllite di viaggi e libretti di circolazione che riportano dinastie di proprietari; mi fanno ripensare a quando per girare l’Europa dovevi superare una dogana dopo l’altra, magari chiedere il visto, mettere il casco e cambiare valuta. Rileggo indirizzi di biker scarabocchiati al Free Wheels e al Kent Custom Show dietro una carta geografica che traccia confini ora inesistenti. Basta questo a ripensare alla solidarietà della strada, a gente mai vista prima che ci ospitava per qualche giorno a Birmingham mentre riparavamo una frizione e scoprivamo i pub: un guasto si trasformava in avventura, incontro ed esperienza. L’incoscienza totale che guidava i primi viaggi di quel gruppetto di amici, capace di partire tre settimane coi soldi contati per fare campeggio selvaggio, scroccando qualche cena e fermandosi dove càpita, oggi mi fa tenerezza. Dante scriveva nel Purgatorio: vassene il tempo e l’uom non se n’avvede. Il bello era che il futuro ci pareva infinito e nulla spaventava abbastanza da farci chiudere in casa. Si viveva senza carte di credito e cellulari in un eterno presente, a manetta, senza pensare al domani. Una vecchia tenda e un fornelletto scovati sotto il banco da lavoro evocano fidanzate finite chissà dove, forse esasperate dal viaggiare in due verso la piovosa Inghilterra a bordo di un vecchio Sportster che fila come un treno... ma fuma come una ciminiera! Manuali d’officina costellati da ditate di grasso e una latta d’olio col prezzo in gulden ricordano le serate passate nel garagino sottocasa con qualche altro disperato, cercando di capire tra una birretta e una martellata sulle dita come funziona qualche ingranaggio inceppato. Mai risolto il mistero per cui rondelle e viti avanzano dopo aver rimontato ”a modo mio” la moto... Le Harley di oggi vanno dannatamente meglio, ma a volte la nostalgia prende il sopravvento. Eppure il miglior momento è adesso. Il tempo insegna a vivere e va veloce, non attende certo te. Uno degli aspetti più belli di andare in moto è doversi concentrare sull’istante, essere in sintonia col presente, accantonando altre preoccupazioni per non lasciarsi distrarre. È vitale per noi che diciamo di ammazzare il tempo come se, purtroppo, non fosse il tempo ad ammazzare noi. Tutto passa ma resta il gusto di tirare fuori la moto e partire per una nuova stagione. Il tempo passa, è importante che non passi invano.

© LOWRIDE | maggio 2013