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CHOP AND ROLL 8 giugno-luglio 2013

Irrimediabilmente fuori moda. Questa è la condanna per chi al custom ha creduto veramente da sempre e ne ha fatto uno stile di vita più che un hobby. Non bastano leggi liberticide, acquazzoni e automobilisti distratti a rendere difficile la vita di temerari chopperisti e visionari hot rodder. Ci mette il carico l′opinione di addetti ai lavori che hanno sempre mostrato snobismo sarcastico nei confronti dei veri appassionati e dei loro mezzi ”strani”. Troppa stampa generalista ha bollato come americanate da tamarri i nostri chopper. Incontrando per mere ragioni professionali i rappresentanti di tante Case ho raccolto in vent′anni un campionario di banalità e affermazioni miopi sconcertanti. Prima era troppo presto per le cruiser. Poi si vendevano da sole e non c′era bisogno di capire. Vero, ma quando non si sono vendute più nessun marketing manager ne ha intuito i motivi. Oggi il successo planetario, meritato e secolare di Harley-Davidson e l′influenza dello stile custom nella moda e nella società attirano interesse su questo fenomeno che si perpetua perché ha radici profonde, un linguaggio e fa cultura. Diventeremo di moda? Forse no, ma è un piacere ritrovare ai vertici dello styling di una Casa un amico come Ola Stenegård, conosciuto in Svezia in sella a un chopper, oppure raccontare l′ascesa di Roland Sands, ricercato dai marchi più prestigiosi... Lo spirito custom viene dal passato ed è d′attualità. Chissà, magari trasformerà il futuro.

© LOWRIDE | giugno-luglio 2013