Mi trovavo a Roma non molto tempo fa e ho avuto il piacere di salutare un sacco di donne e uomini che in tutt’Italia condividono la passione per le Harley, per il custom e per le tante storie affascinanti che girano intorno a questo modo unico di intendere la moto. È stato bello incontrare tanti di voi lettori, customizer, professionisti e semplici appassionati. Si è parlato delle solite storie e sono successe un sacco di cose, ci sarebbero da raccontare mille aneddoti; forse queste pagine nemmeno basterebbero. Alcune frasi sentite in quei giorni mi sono tornate in mente lavorando a questo numero di LowRide, non è una coincidenza. In particolare queste hanno accompagnato le ore passate ad ammirare le splendide immagini inviateci dal grande fotografo Michael Lichter, cercando di scegliere le più significative tra centinaia, una più bella dell’altra. ”In California mi hanno colpito molto i partecipanti al Born Free, un bike show a cui ho partecipato lo scorso anno che coivolge bike builder ed enthusiast tra i 20 e i 30 anni di età. Molti di loro arrivano in sella a chopper anni 60 e 70, vecchi Sportster e vecchissimi Knucklehead ricostruiti con materiali e tecniche di una volta. Si costruiscono da soli molti pezzi. Le loro moto sono bellissime, alcune paiono vere opere d’arte ma la maggior parte è dipinta di colori opachi, con dettagli in ottone o in metallo satinato...” Il grande personaggio intervistato a Roma s’è poi dilungato nella descrizione degli stili, delle tendenze e delle personalità che lo hanno colpito al Born Free con l’entusiasmo di un ragazzino, dimostrando una passione che va oltre ogni logica professionale. Mi ha stupito che una figura davvero importante nella storia della Motor Company manifestasse così la sua curiosità spontanea circa il fenomeno custom e tanto rispetto per una scena giovane che dimostra la vitalità di questo movimento, la sua capacità di rinnovarsi generazione dopo generazione. L’enthusiast in questione si chiama William Godfrey Davidson e ha compiuto 80 anni.