Alla fine dell’agosto 2008 mi trovavo negli Stati Uniti per la Speed Week. Come se non mi fossero bastate le emozioni di Bonneville, la mia attenzione fu catturata da affissioni e spot che annunciavano una trasmissione inedita. Non era la prima volta che immagini e mitologia biker venivano recuperate a fini spettacolari; in questo caso molti indizi facevano capire che la ricerca era stata accurata. Ogni aspetto della comunicazione, il taglio delle immagini, lo stile delle moto e la credibilità dei look dimostravano una documentazione notevole. Probabile il coinvolgimento di ”insider” della scena 1% americana. Una cosa era chiara: non si sarebbe trattato di un ennesimo filmetto trash. La scommessa si preannunciava ambiziosa perché avrebbe portato il grande pubblico nella realtà parallela di un Motorcycle Club immaginario. La prima puntata di Sons of Anarchy fu trasmessa dal cable network FX il 3 settembre. Milioni di spettatori vennero catturati da un telefilm che si distinse subito per trame e dialoghi di potenza narrativa notevole, con influenze e citazioni shakespiriane. Forte di un’esperienza vincente col poliziesco The Shield, il responsabile e autore della nuova serie Kurt Sutter stupiva tutti con la risposta ai Sopranos dalla West Coast. Un’altra bella definizione della critica fu: Amleto su una Harley. Ben presto Sutter sentì il bisogno di fare chiarezza circa la natura del programma. ”Sons of Anarchy è pura finzione. I personaggi, il club, il mondo e la mitologia saltano fuori dagli anfratti bui della mia immaginazione. Lo show non si basa su individui, specifiche organizzazioni, articoli o trame già esistenti. Qualsiasi similitudine con individui o gruppi è assolutamente casuale e non voluta. Due dei miei consulenti tecnici sono biker fuorilegge. Non rivelerò la loro appartenenza, non è affar mio né di nessun altro... Sono persone autentiche e ho enorme rispetto per loro. Ma la loro influenza è esattamente pari a quella di altri consulenti, semplicemente dànno il loro avviso sui parametri del mondo in cui vengono ambientate le storie. Tutto qui. Allo stesso modo agenti della polizia di Los Angeles hanno collaborato nella serie The Shield... Sono solo un narratore, ragazzi. Questo è solo un programma televisivo. Accomodatevi, stappate una birra e buona visione...” La realtà a volte può superare la finzione ma soltanto gli sciocchi, o chi è in malafede, può travisare gli aspetti spettacolari delle avventure mirabolanti di cui sono protagonisti i SAMCRO. È ben documentato ma non si tratta certo di un documentario...