La mia generazione è cresciuta in sella a due tempi truccati. Come milioni di coetanei ne faccio sempre parte, sono figlio del boom economico, epoca magica e probabilmente irripetibile in cui la nostra società era in velocissima evoluzione. Trovare un posto fisso in patria era piuttosto facile, per lavorare gli italiani non erano più costretti ad andare all′estero e i sogni sembravano tutti a portata di mano. La massa si spostava su scooter Piaggio e Innocenti, economici ed eleganti. Agli smanettoni bastava poco per farli andare forte; quelli un po′ più grandi di me mettevano da parte un gruzzoletto per comprarsi la marmitta Abarth a due canne o una cassetta di elaborazione Ancillotti. Qualche anno più tardi Ciao e Primavera misero le ali ai piedi di noi teenager nati a metà degli anni 60, impegnati a sopravvivere tra lotte politiche ed eroina dilagante. Facevamo turni doppi o tripli in aule scolastiche sovraffollate ma studiavamo seriamente, negli ultimi banchi, la consulenza tecnica di Andrea Pinasco e le rare foto di chopper. Bigiavamo per andare al salone di Milano a vedere le moto dei nostri sogni e riempivamo di adesivi e poster la tracolla militare, piena di scritte a penna... Sono passati decenni e buona parte della mia generazione ha accantonato i propri sogni di rock′n′roll, impennate e limonate. Ritrovarsi tra appassionati di motori, vivere il salone di Milano che ospita un bike show come quelli ammirati  in bianco e nero e regalare adesivi ai ragazzini assume un significato speciale per chi, come noi, ai sogni non ha mai rinunciato... E da questo numero in Chop and Roll c′è anche Pinasco!