Mi ritorna in mente una due tempi degli anni 70, bella com’era, forse ancor di più. Negli occhi spalancati di un ragazzino delle medie quelle forcelle lunghe, il ruotino piccolo e il manubrio alto erano strabilianti. Ritagliavo dai rotocalchi foto di moto simili, tratte da un film americano. Se ne parlava in cortile, qualcuno sfotteva perché un Maico saltava e impennava di più. Pareva incredibile che un Chopper così fosse quasi a portata di mano, distante solo pochi anni e qualche promozione. Calcolavamo quante paghette ci sarebbero volute per comprarsi il 50 cc, tanto il 125 cc era inarrivabile. Sommando due o tre estati di lavoretti non ci saremmo mai arrivati e immaginavamo piani improbabili per racimolare le lire necessarie. Intanto sulle vetrine del concessionario Fantic Motor locale ditate e nasate non si contavano, ci passavamo spesso in sella a Roma Sport e Saltafoss dipinte di nero a bomboletta. Il suo Pirelli posteriore ci pareva immenso; un saputello poco più grande ci spiegò che era una gomma da Harley-Davidson, non volemmo credergli. Su Motociclismo la storia di tre capelloni che ci andarono al Nürburgring fece sognare. Quando raggiunsi l’età giusta non avevo abbastanza soldi. Raccolsi pomodori per due estati e il Chopper ormai non esisteva più, nemmeno usati si trovavano. La moda sembrava passata con la spensieratezza di quegli anni, tutto mutava in fretta.... Da allora sembra passato un secolo. Il mondo è cambiato, le moto anche e non c’è più il futuro di una volta. Finalmente un Chopperino ce l’ho e devo ringraziare, oltre alla mia capa tosta, Yamaha che dal 1978 resta fedele al monocilindrico raffreddato ad aria. Grazie a Radikal Chopper, Kustom Tech, Anvil’s Disciples, 70’s Helmets, LR Leathers, Brat Style, Motor Rock, ForkCo e a tutti gli amici che forse non erano ancora nati alla metà degli anni Settanta ma sognano sempre California.