il governo sposa la richiesta di ANCMA di ridurre i pedaggi autostradali per le moto. Ora le concessionarie non hanno più scuse

Dopo anni di duro lavoro da parte di Confindustria Ancma, il Governo fa la sua parte e sposa ufficialmente la richiesta di cambiare la logica dei pagamenti autostradali con una differenziazione tra auto e moto

Il Sottosegretario per le Infrastrutture e i Trasporti Umberto Del Basso De Caro ha risposto ieri in Commissione Trasporti della Camera all’interrogazione dell’On. Sandro Biasotti (Forza Italia), che aveva sollecitato il Governo a rivedere il sistema di esazione dei pedaggi autostradali, differenziando le tariffe dedicate alle autovetture da quelle riservate ai motocicli.

Il Sottosegretario Del Basso De Caro, osservando che il Ministero dei Trasporti, su sollecitazioni delle associazioni di categoria, ha attivato un tavolo tecnico con AISCAT (l’associazione sindacale che riunisce i concessionari autostradali), segnala che lo stesso Ministero, lo scorso 5 luglio, aveva inviato alla stessa AISCAT una proposta di tariffa differenziata per motoveicoli.

A questo punto non ci sono più pretesti per differire ulteriormente l’adozione di un sistema di tariffazione che allineerebbe l’Italia alla maggior parte dei paesi europei, dove le moto accedono alle arterie autostradali gratuitamente (come ad esempio in Germania), oppure beneficiano di una forte scontistica (come ad esempio in Francia, dove le tariffe sono minori, mentre nei paesi che adottano il bollino, tra cui le vicine Austria e Slovenia, questo viene venduto a un prezzo inferiore, circa la metà).

L’associazione dei costruttori da anni si batte per una differenziazione di trattamento tra le quattro e le due ruote una volta giunti al casello. Richiesta supportata anche dall’indicazione su quali siano i motivi per i quali una tariffazione unica sia poco consona all’effettivo utilizzo della rete autostradale e anche come i sevizi offerti ai motociclisti, nella maggior parte dei casi, siano inadeguati e carenti.

Confindustria ANCMA ha più volte sollevato la questione e portato questa richiesta sui tavoli delle massime autorità competenti: tra i quali, quello del Presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti Andrea Camanzi e del sottosegretario per le Infrastrutture e i Trasporti Riccardo Nencini.

Inoltre Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA, aggiunge: “Ogni motociclista che sceglie una strada statale o provinciale anziché un’autostrada per risparmiare sul pedaggio, si espone a un rischio quasi doppio di perdere la vita in caso di incidente. Incentivare i motociclisti a utilizzare le autostrade che, come affermato dagli stessi concessionari, sono le strade più sicure, è una necessità non ulteriormente prorogabile. Ci aspettiamo che in vista dell’esodo estivo, quando il traffico motociclistico raggiunge l’apice, qualche novità positiva in questo senso venga finalmente annunciata. Il Governo ha fatto i suoi passi, ora le concessionarie facciano i loro”.

Ricordiamo che secondo i più recenti dati forniti da ACI/ISTAT, un motociclista coinvolto in incidente ha quasi il doppio delle probabilità di sopravvivere se il sinistro avviene su un’autostrada piuttosto che su un’altra strada extra-urbana: ogni 100 motociclisti coinvolti in incidente, le vittime in autostrada sono 3,5, mentre su strade provinciali, regionali o statali il rapporto sale a 6,2, nonostante le velocità di crociera sulle autostrade sia mediamente superiore. Negli ultimi quattro anni sulle autostrade hanno perso la vita 577 centauri, mentre sulle altre extraurbane le vittime su due ruote sono state 1.260.

www.ancma.it

© LOWRIDE | 21/07/2017
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