Ciahopper: il motorino vintage si fa custom

Quasi tutti i motociclisti che hanno superato i 40 anni di età hanno iniziato la loro “carriera” su un motorino come il Piaggio Ciao, o su uno dei suoi “derivati” (Bravo, Sì, ecc). Presentato nell’estate 1967 e rimasto in produzione per 39 anni, il Ciao rappresenta uno dei modelli di maggior successo dell’azienda di Pontedera: con oltre tre milioni di pezzi venduti, è stato il primo mezzo con il quale i giovani italiani hanno iniziato a muoversi autonomamente.

Proprio da un vecchio Ciao del 1974 abbandonato in una cantina per diversi anni nasce l’idea di Liliana Oliosi, una giovane ragazza appassionata di motori, che ne ha realizzato una versione custom in stile chopper anni Settanta, ribattezzata Ciahopper, che chi ha visitato East Eicma Motorcycle avrà sicuramente notato tra gli stand.

Il progetto nasce dalla scommessa di Liliana: re-interpretare in chiave custom un comune ciclomotore a pedali che non abbia paura di sfigurare davanti ai big twin americani. Piccolo, maneggevole e molto stiloso, Ciahopper dimostra che nella realizzazione di una special l’esclusività della base di partenza non è l’unica strada per ottenere un mezzo unico.

Oggetto prima di un meticoloso ripristino delle componenti rovinate dal tempo, Ciahopper ha successivamente subito diverse modifiche. A eccezione dei cerchi raggiati, dei comandi manubrio originali, del carburatore Dell’Orto SHA 10-12 e di pochi altri componenti, le parti del ciclomotore sono state tutte modificate o sostituite: il mezzo monta oggi una forcella anteriore su misura allungata, fari tondi small-size, parafango in alluminio tagliato e piegato a mano, sella singola con molle, manubrio ape-hanger, sissy-bar e silenziatore curvati artigianalmente. Un supporto ancorato al telaio ospita il serbatoio recuperato da un Bianchi Aquilotto, che in realtà nasconde un vano portaoggetti il cui meccanismo di apertura è ricavato dal tappo originale, mentre per il carburante viene utilizzato il serbatoio originale del Ciao, con il tappo tradizionalmente sul lato destro.

Oltre alle attenzioni estetiche, il mezzo ha ricevuto un nuovo gruppo termico Pinasco in alluminio con spinotto da 12 che, con il suo alesaggio di 43 mm, porta la cilindrata a 60 cc e la potenza a 4,5 CV, sviluppati a 8.400 giri grazie alle nuove misure quadre del motore, che mantiene la sua corsa di 43 mm. Il tocco di classe finale è dato dalle abbondanti cromature e dalla verniciatura in colore Bleu de France, oltre che dalla grafica glitter a bottoni del vano portaoggetti a sua volta coordinata con il casco jet.

Ciahopper non è solo un omaggio al mezzo a due ruote che ha motorizzato più di una generazione di adolescenti in Italia nel cinquantesimo anno dalla sua commercializzazione, è anche un tributo ai tentativi di altre Case motociclistiche nostrane di declinare nelle piccole e piccolissime cilindrate, con tanto coraggio e minor fortuna, la subcultura chopper figlia di film culto come Easy Rider.

Oltre all’impegno diretto della committente Liliana nelle diverse fasi, il progetto ha visto il coinvolgimento di diverse realtà: Motomorphosy, piccolo atelier milanese di customizzazione di motociclette, ha curato studio e realizzazione del progetto con costruzione artigianale di tutte le parti custom mentre tre appassionati (Agostino Sasso, Davide Rampini e Cesare Sasso) si sono occupati del restauro delle parti originali. Hanno inoltre partecipato in qualità di partner del progetto Pinasco e Donneinsella, mentre Donneinsella Magazine è il media partner dell’iniziativa.

di Lorenzo Rinaldi © riproduzione riservata Low Ride Srl

© LOWRIDE | 13/12/2017
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