L′inverno è tradizionalmente il momento di entrare nel garage e di pensare a un progetto custom e la stessa Casa Indian Motorcycle si dice interessata a molte realizzazioni che stanno venendo fuori negli ultimi mesi, soprattutto quelle a tema flat track.
Con l′avvento del campionato americano di flat track AFT e di quello Super Hooligan indetto da Roland Sands sono iniziate a saltare fuori, non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa, un numero sempre maggiore di moto Indian customizzate con il look da flat tracker ma con il necessario per circolare su strada, progetti che hanno attirato l’attenzione dei responsabili della Casa di Spirit Lake.
L’interesse per questo genere di moto è cresciuto ulteriormente dopo la presentazione a EICMA della FTR1200 Custom (nelle prime 5 foto), come affermato anche da Grant Bester, general manager di Indian per l’Europa. Una moto come la Scout non necessita di particolari stravolgimenti o modifiche irreversibili per essere trasformata in una credibile tracker, semplicemente utilizzando parti speciali e assemblandole in garage.
Trasformare il look di una Scout Sixty, di una Scout o di una Scout Bobber è sempre più facile grazie agli accessori ufficiali Indian e a quelli non ufficiali realizzati da aziende e preparatori del settore.
Il responsabile del reparto accessori Indian, Andreas Geisinger, afferma che per ottenere un perfetto look da flat track è sufficiente sostituire alcuni componenti come pedane centrali, sella, ruote e sospensioni. L’abbinata ideale sarebbe una coppia di cerchi da 19 pollici con pneumatici specifici e ammortizzatori da 12 pollici, per una spesa variabile tra 1.500 e 2.000 euro.
Uno degli esempi migliori e più interessanti di una Scout di serie trasformata in una moto da flat track è quella costruita dal fotografo e regista parigino Dimitri Coste, da sempre appassionato di due ruote. Quando Dimitri non guida la sua moto in pista la rimette in strada rimontando la ruota anteriore di serie e il relativo freno, il faro anteriore e la targa. È stata realizzata utilizzando un kit Super Hooligan di Roland Sands. Della moto originale rimangono telaio, motore e serbatoio, il resto è tutta componentistica marchiata RSD, il cui montaggio non richiede più di due giorni di lavoro.
Un altro bell’esempio di Scout flat track è quella dello skateboarder professionista americano Steve Caballero, che ha utilizzato come base di partenza la Scout Bobber, il modello più recente della famiglia Scout. Steve voleva una street tracker che potesse guidare su strada ogni giorno ma da utilizzare anche per fare qualche giro in una gara di Super Hooligan. Realizzata per il Brooklyn Invitational di New York in sole tre settimane, anche questa Scout ha ricevuto un gran numero di parti marchiate RSD, tra cui sella Enzo, scarico, pedane centrali, tabelle portanumero, protezioni per radiatore e cinghia e molto altro, ma anche manubrio Renthal Fatbar e frizione Barnett. Anche in questo caso le ruote da 19 pollici sono un must irrinunciabile, con pneumatici Dunlop DT3 flat-130/80-19 front and 140/80-19 rear, mentre le gli ammortizzatori sono stati sostituiti con dei Progressive Suspension 970 Series da 12 pollici. Infine la verniciatura “Grigio Telesto” Lamborghini è realizzata da Jesse Davis con pinstriping di Sonnyboy Paint.
Anche lo stunt man californiano Tony Carbajal si è costruito una Scout Bobber aggressiva che usa nel suo spettacolo Indian Thrill. Ha realizzato anche dei video sul suo canale YouTube TonyStunts1 che descrivono la costruzione della moto per mostrare a tutti quanto sia facile. Anche lui ha utilizzato pezzi RSD, mentre per il reparto sospensioni si è affidato a Öhlins. I cerchi sono Excel da 19”, il supporto pinza freno posteriore NDCustomz, pompa freno Brembo, tubazioni Galfer e scarico Vance & Hines.
Questi tre esempi sono stati proposti dalla filiale europea di Indian Motorcycle. Noi ve ne mostriamo un quarto, di tutt’altro genere: è la Project 20 di Lorenzo Nisi, alias Bad Boys Garage. Protagonista della copertina di LowRide 115 è tornata da Motor Bike Expo con la vittoria nella categoria Scrambler del nostro bike show. Talmente bella che abbiamo deciso di riproporvela anche su Chop and Roll #36 che sarà in edicola tra pochi giorni. Lorenzo non ha utilizzato kit ma ha fatto tutto in casa, per quanto riguarda la carrozzeria, che sfoggia anche un codone basculante. La verniciatura è invece opera di Dox Art Factory. Scopritela sulle pagine di LowRide e Chop and Roll.
di Lorenzo Rinaldi © riproduzione riservata Low Ride Srl